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Un cucciolo non dovrebbe mai essere adottato prima del sessantesimo giorno di vita, il suo sviluppo psichico e comportamentale, infatti, dipendono in larga parte dalle interazioni con la madre e con i fratelli e dagli insegnamenti che, in questo ambiente protetto, gli vengono impartiti.

Il 70% dei disturbi comportamentali riscontrabili in un cane sono imputabili ad una scorretta gestione e allevamento, da parte dell’uomo, del cucciolo fin dalle sue prime fasi di vita.
E’ stato dimostrato che il cucciolo, nel periodo prenatale, cioè quando è solamente un feto, è in grado di percepire il mondo esterno e di avere reazioni rispetto allo stress della madre.
Nel 1998 uno studio di Pageat condotto in Francia, sotto monitoraggio ecografico, dimostrò che i feti di 45 giorni reagivano fisicamente ogni qual volta il ventre della madre veniva accarezzato delicatamente.
La reazione dei feti diminuiva di intensità fino a scomparire con il passare del tempo dimostrando che i cuccioli potevano addirittura abituarsi a questo “contatto” esterno, rendendolo parte integrante della loro esperienza intrauterina.
Una volta nati, i cuccioli che avevano ricevuto queste attenzioni si dimostravano più felici e predisposti al contatto umano rispetto ai cuccioli che non lo avevano ricevuto.
In un altro studio, sempre condotto sotto monitoraggio ecografico, si è notato che i feti arrivavano addirittura a succhiarsi una zampina o il cordone ombelicale, ogni qual volta la madre veniva artificialmente sottoposta a stress.
Questi cuccioli una volta nati dimostravano, rispetto al gruppo di confronto, una minore adattabilità alle situazioni nuove e non consuete.
La madre non trasmette solamente le emozioni ai feti ma è anche responsabile dei gusti alimentari futuri dei suoi cuccioli.
In un altro studio si è dimostrato che se veniva somministrato alla cagna gravida un estratto di timo mischiato alla pappa, la stessa partoriva cuccioli che succhiavano il latte preferibilmente dal capezzolo spennellato con tale essenza.
Vista la capacità del feto di relazionarsi sia con la madre sia con il mondo esterno, è opportuno seguire il periodo di gestazione con particolare cura, ovvero evitando alla cagna inutili stress, variandole l’alimentazione, intrattenendosi con lei ed accarezzandola dolcemente e delicatamente sulla pancia per due, tre minuti al giorno.

Le prime settimane di vita di un cucciolo sono talmente importanti e strategiche per il corretto sviluppo psicofisico e comportamentale da essere state suddivise da John Paul Scott e collaboratori, negli anni 40 e 50, in tre distinti periodi.

Periodo neonatale che va dalla prima alla seconda settimana di vita.
Un cucciolo nasce cieco e sordo, con però presenti già i riflessi termotattili che gli consentono di trovare la mammella della madre.
Attraverso delle oscillazioni della testa e la capacità di distinguere le fonti di calore, il cucciolo è in grado di trovare la mammella della madre e di succhiare il latte aiutandosi con il movimento delle zampette anteriori che a turno schiacciano delicatamente l’area vicina al capezzolo.
Il cucciolo appena nato non è ancora in grado di coordinare i movimenti né di sostenersi sulle zampe posteriori, per questo motivo si muove strisciando (reptazione) facendo leva sulle zampe anteriori.
Non è in grado né di defecare né di urinare spontaneamente è perciò la madre che leccandogli più volte al giorno la pancia stimola il riflesso perianale.
Queste stimolazioni vengono fatte dalla madre ponendo il cucciolo sul dorso a pancia all’aria e attraverso il contatto piacevole e naturale con la lingua della madre il cucciolo inizia ad imparare la postura di sottomissione.
Non a caso alcuni cani anche da adulti, quando si sottomettono ad un altro cane spesso rilasciano delle gocce di pipì.
In questo periodo circa il 90% del loro tempo lo passano dormendo; il sonno è profondo di tipo REM (sonno paradosso), che nell’uomo corrisponde alla fase del sogno.
I cuccioli non sono in grado di termoregolarsi, ovvero non trattengono il calore, per questo motivo dormono ammassati gli uni sugli altri e, quando la madre è presente, a strettissimo contatto con lei.
Una dimostrazione di perfezione della natura è data dal fatto che mentre la cagna sviluppa l’attaccamento ai cuccioli entro le prime quarantotto ore, garantendone la sopravvivenza, i cuccioli si affezioneranno alla madre intorno al quindicesimo giorno di vita, per cui se la madre dovesse morire è possibile, senza traumi, darli in adozione ad un’altra cagna.
In questi primi quindici giorni di vita, se la cagna lo consente, sarà importante accarezzare i cuccioli delicatamente per trasmettergli attraverso il tatto la conoscenza dell’uomo.
Se le carezze verranno date nel momento della poppata si avrà la certezza di una prima e fondamentale associazione positiva con la presenza umana.

Periodo di transizione corrispondente alla terza settimana di vita:
il periodo inizia con l’apertura delle palpebre del cucciolo e termina con l’apertura del condotto uditivo.
L’occhio inizia a percepire la luce e attraverso le stimolazioni ottiche a svilupparsi, l’intero processo di maturazione terminerà intorno al secondo mese di vita.
Il cucciolo dorme e sogna meno rispetto a prima, muove la coda, ringhia ed abbaia, impara a leccare e masticare.
Comincia a defecare e far pipì spontaneamente.
E’ in grado di termoregolarsi, mantenendo il calore corporeo.
Il suo movimento, anche se ancora incerto e traballante, è sulle quattro zampe, il cucciolo riesce anche a stare seduto.
Inizia ad interagire con i fratelli (inizia la socializzazione primaria o intraspecifica cioè rivolta a membri appartenenti alla stessa specie) attraverso il gioco.
Giocando i cuccioli apprendono quei comportamenti che da adulti permetteranno loro di comunicare con i propri simili, di imparare i ruoli sociali, di formarsi il carattere.
Cominciano a comparire i denti da latte e la madre per sentire meno male li allatta stando in piedi, questa posizione più scomoda per i cuccioli li porterà ben presto ad interessarsi al cibo solido, dando via al processo di svezzamento alimentare.
In questo periodo il cucciolo, visto che aggiunge al tatto e al gusto anche la vista, l’udito e l’olfatto, è in grado di percepire moltissimi stimoli che influenzano lo sviluppo del sistema nervoso. In questa settimana si ha un’enorme proliferazione di cellule nervose (neuroni) e di collegamenti (sinapsi) che assicurano il passaggio delle informazioni.
Nella terza settimana sarà opportuno continuare ad accarezzare i cuccioli, ora più attivi, assicurare una perfetta pulizia, visto che la madre non ingerisce più né pipì né pupù, preparare una ciotola con del cibo molle facilmente ingeribile per i cuccioli.

Periodo di socializzazione che va dalla quarta alla dodicesima settimana di vita:
questo periodo viene definito sensibile, perché il sistema nervoso del cucciolo è assolutamente recettivo ed influenzabile, in maniera indelebile, dagli stimoli esterni.
Il cucciolo in questa fase ha una massima capacità di apprendimento, per cui le sue azioni non sono più tanto guidate da comportamenti innati ed istintivi ma dall’elaborazione delle varie esperienze a cui è sottoposto.
Le sue capacità sensoriali, praticamente complete, lo spingono ad esplorare l’ambiente che lo circonda e a interessarsi sempre più a tutto ciò che si svolge sotto i suoi occhi.
Inizia la socializzazione secondaria o interspecifica rivolta ad altre specie animali e verso l’uomo.
Se in questa fase l’allevatore fa incontrare al cucciolo persone diverse per età, sesso e colore della pelle, abituandolo che gli esseri umani sono diversi, da grande non avrà nessuna reazione nell’incontrare per esempio bambini o persone anziane.
Allo stesso tempo se avrà la possibilità di vedere gatti o cavalli, essi diventeranno un’esperienza indelebile nella sua memoria.
Anche l’ambiente verrà assimilato dal cucciolo (socializzazione ambientale), tanto che se verrà messo a contatto con rumori (automobile, motocicletta, aspirapolvere, spari) o con oggetti diversi, rapidamente imparerà a non temerli e a rimanere indifferente.
La madre in questo periodo svolge un compito fondamentale, essa infatti dalla quarta settimana in avanti insegna ai suoi cuccioli le basi per relazionarsi in maniera corretta.
Se un cucciolo è irruente con lei o con i fratelli, lo sgrida, ringhiandogli e se esagera ne blocca il comportamento mettendo la sua zampa sopra di lui.
In questo modo il cucciolo inizia ad apprendere i concetti di calma e di autocontrollo, tanto preziosi in età adulta.
Alla settima settimana compare un ulteriore processo, chiamato facilitazione sociale, per il quale il cucciolo è in grado di imitare sia la madre sia i fratelli.
Impara per esempio che non deve avvicinarsi troppo alla ciotola della madre che mangia, le regole gerarchiche esistenti tra cani, a sottomettersi nel caso in cui venga attaccato, a mantenere i conflitti fra fratelli al di sotto di una soglia accettabile che non sfoci in violenza, e soprattutto impara a regolare il suo morso in modo da non far male alla sua famiglia.
Il pianto dei fratelli e soprattutto l’immediato intervento della madre sono le garanzie di un futuro cane adulto cosciente della potenza del suo morso.

Dal 60 giorno in poi il cucciolo ha immagazzinato un bagaglio di esperienze indispensabili che lo rendono pronto ad essere adottato dalla sua nuova famiglia e nello stesso tempo è ancora assolutamente aperto a nuove esperienze grazie alla fase d’imprinting che iniziata intorno alla quarta settimana terminerà alla sedicesima settimana.
Questa fase è caratterizzata da una spiccata predisposizione a fare e memorizzare ogni tipo di esperienza:
tutto quello che accade, tutti gli stimoli visivi, olfattivi, uditivi, tutti i legami creati in questo arco di tempo resteranno per sempre stampati nella memoria e condizioneranno il carattere ed il comportamento, le interazioni sociali e le scelte sessuali.
Si tratta in altri termini di una forma particolare di apprendimento, che avviene in una fascia temporale precisa e limitata, per poi concludersi in maniera irreversibile.

Se sfortunatamente un cucciolo viene separato troppo precocemente, prima dei sessanta giorni, da sua madre e dai suoi fratelli da adulto potrebbe o avere comportamenti aggressivi o paurosi di fronte ai suoi simili, o essere un soggetto ipersensibile o iperattivo.
Incessanti mordicchiamenti alle mani o ai vestiti, distruttività verso ogni oggetto, continui pianti e guaiti, movimento perpetuo ed instancabile, incapacità di rimanere da solo, sono solo alcuni sintomi del precoce distacco dalla famiglia originaria.
Se poi il cucciolo non ha potuto imparare dalla madre le regole gerarchiche, potrebbe non far avvicinare nessuno alla sua ciotola, non consentire che un umano gli tocchi i giochi o gli tolga oggetti dalla bocca, potrebbe non sottomettersi quando viene attaccato rischiando seri morsi dai cani adulti.

L’educazione del cucciolo alle regole sociali dovrebbe iniziare fin dal primo momento in cui entra in casa.
Seguendo la sua naturale tendenza alla socializzazione e la sua innata predisposizione al gioco occorrerà guidare il suo inserimento in famiglia con poche regole estremamente coerenti e chiare, avendo la pazienza di aspettare i suoi tempi e l’accortezza di rispettare le sue esigenze.